Saccheggi, incendi, rapimenti e violenze fisiche. Il Cinquecento, specie la prima metà (gli assalti terminarono soltanto nell’Ottocento) rappresentò un secolo terribile per gli ischitani. Le flotte turche, guidate da Kair-ed-Din detto Barbarossa, si accanirono con particolare virulenza sull’isola d’Ischia, “rea” di essere governata dalla famiglia D’Avalos, in prima linea nella spedizione di Algeri del 1541 voluta da Carlo V per combattere l’Impero Ottomano.
Infatti, tra le tante scorribande saracene la più devastante fu, senza dubbio, quella del 22 giugno 1544, tre anni dopo i fatti di Algeri. Un attacco che mieté molte vittime, in particolare a Forio il più esposto dei casali dell’isola. Da quell’evento traumatico scaturì la consapevolezza di dover investire ulteriormente sulle torri di avvistamento disseminate per il territorio, ristrutturando quelle già esistenti e costruendone di nuove in modo da migliorare il sistema difensivo.
Gli esiti architettonici non riguardarono solo le torri, ma coinvolsero anche il sistema viario tutt’attorno. Da qui, l’intricato dedalo di vicoli che caratterizza il centro storico di Forio, la cui particolarità consiste nel mettere in comunicazione praticamente tutte le parti del paese. È evidente, quindi, come i vicoli “saraceni” obbedissero in primis alla necessità di disorientare i nemici, guadagnando tempo prezioso per la fuga e l’organizzazione successiva della difesa sul campo.
C’è dell’altro, però. I vicoli del centro storico di Forio presentano molte soluzioni architettoniche presenti anche nell’altra sponda del Mediterraneo. Mura alte e portali d’ingresso dietro i quali si aprono giardini e orti domestici di cui spesso ci si accorge solo per il fatto che mandarini e limoni fanno capolino oltre le proprietà. Basta andare in Sicilia, in Marocco, Tunisia e Algeria per trovare soluzioni simili, quando non più spettacolari.
Insomma c’è stato conflitto ma, è del tutto evidente, anche scambio, a conferma dell’unicità del Mediterraneo. L’invito, perciò, è a “perdersi” in Vico Torrione, via Sant’Antonio Abate, via Casa Patalano, via Costantino, via San Giovanni, vico Albergo, via Vecchia, via Casa Di Maio e tutti gli altri vicoli che compongono questo reticolato “sui generis”.
Non rimarrete delusi!
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