Vieni a Ischia e ti stai chiedendo cosa c’è di buono da mangiare? Tanquillo, ecco qualche suggerimento sui piatti tipici dell’isola più grande del Golfo di Napoli.
Partiamo subito col dire che Ischia è un’”isola di terra“, con molti più contadini che pescatori e questo, inevitabilmente, ha influito sulla gastronomia locale. Perciò, non c’è da meravigliarsi se il piatto più famoso è il coniglio e non, come sarebbe ovvio aspettarsi su un’isola, una qualche ricetta marinara. Il “coniglio all’ischitana” è un piatto semplice, nient’altro che un coniglio alla cacciatora, in cui però a fare la differenza sono le materie prime utilizzate. Innanziutto, l’animale che, sebbene non allevato più nel fosso come in passato, a Ischia in molti casi viene ancora alimentato alla maniera tradizionale con leguminose, graminacee e gli scarti di potatura dei vitigni. Poi, l’aglio, i pomodori e le spezie pure devono essere di qualità, meglio ancora se a km 0. Soprattutto, non si butta via niente, nemmeno la testa, fondamentale per la riuscita del sugo, davvero “speciale” in abbinamento ai bucatini (o alle penne lisce).
Il coniglio di fosso.
Il coniglio un tempo veniva allevato in profonde buche (fossi), scavate in un angolo cieco dei campi. In questo modo, i contadini ottenevano due risultati: utilizzavano la “terra nuova” per “rinfrescare” le viti e crescevano l’animale allo stato semi-brado assecondandone l’istinto gregario-coloniale e crepuscolare.
Inoltre, le varianti del coniglio all’ischitana sono quasi quante le nonne, le zie, le mamme che ogni domenica portano sulle tavole degli ischitani quest’animale dalle pregiate carni bianche. Semplificando, le “scuole di pensiero” possono essere ridotte a due, tra chi prevede la “doppia cottura” (padella e tegame di creta) e chi invece soltanto una. Per saperne di più: la ricetta del coniglio all’ischitana.
Chiaramente, non è che a Ischia non si mangi pesce. Anzi! Diciamo che ha senso parlare di gastronomia locale soltanto in relazione alla più ampia tradizione partenopea, e perciò sotto con vongole, lupini, cozze, taratufi, polpi, totani ecc.ecc. Il consiglio, però, è seguire le stagioni: ha sicuramente più senso mangiare uno spaghetto vongole e zucchine a luglio invece che a dicembre!
Una chicca.
Settembre a Ischia è tempo di lampughe, un pesce azzurro dalle carni assai pregiate che gli ischitani amano moltissimo pescare a traina. Da provare!
Da bere, sia sul coniglio che sul pesce ci vuole il vino bianco! E a Ischia, manco a farlo apposta, ci sono vini bianchi di valore assoluto, alcuni stabilmente inseriti nei circuiti DOP e IGT. Del resto, la viticoltura a Ischia ha origini antichissime. Se è vero che Ischia è la più antica colonia della Magna Grecia, è anche vero – per forza di cose -, che è stata la prima località del Mediterraneo occidentale in cui i Greci introdussero la fondamentale coltivazione della vite. Perciò, se siete provetti somelier Ischia è il posto giusto per voi! Assolutamente da provare il rucolino, l’amaro alla rucola che ha ormai soppiantato nei gusti degli ischitani i più antichi limoncello e nocillo.
E per uno spuntino?
Beh, c’è la zingara ischitana, che poi, a ben vedere, tanto spuntino non è. Il segreto del “sandwich” più famoso e copiato dell’isola d’Ischia, sta nella sua semplicità, e naturalmente nella genuinità degli ingredienti. Soprattutto le fette di pane – quella del panino è un’evoluzione successiva che fa storcere il naso ai puristi 🙂 – che devono essere di Boccia, lo storico panificio di Ischia Ponte e poi, a seguire, la farcitura con: mayonese, lattuga, pomodoro per l’insalata, prosciutto crudo e mozzarella.
Buon appetito da Ischia!!!
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