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Escursioni a Ischia: il sentiero dell’Allume

Nell’immaginario turistico l’isola d’Ischia rimane una località termale e balneare. Da qualche anno però, grazie soprattutto all’opera tenace di divulgazione della sezione locale del CAI (Club Alpino Italiano) Ischia sta acquisendo la fama di “isola del trekking“,  di meta turistica per gli appassionati di escursioni e passeggiate nel verde.

Tra i tanti itinerari ce n’è uno di grande fascino, perchè oltre a regalare panorami generosi e una straripante macchia mediterranea, reca ancora diverse tracce di un’epoca storica in cui sull’isola più grande del Golfo di Napoli c’era una fiorente attività estrattiva di argilla e alunite. Sì, avete letto bene, “alunite“, la preziosa materia prima da cui viene ricavato l’allume di rocca un tempo indispensabile nella conciatura delle pelli e tuttora utilizzato come caustico.

Ad accorgersi dell’esistenza di questi giacimenti fu tale Bartolomeo Pernice, un commerciante genovese che non perse tempo a realizzare in località “Pera”, a Casamicciola, un’attività manifatturiera per la trasformazione della materia prima in solfato. L’estrazione dell’allume avveniva invece a Lacco Ameno, tutt’attorno il campo di Monte Cito, sorgente fumarolica che si trova all’inizio di Via Crateca, l’antica “Via De’ Carri” chiamata appunto così perchè l’allume veniva trasportato attraverso il bosco per essere lavorato in un secondo momento a Casamicciola.

Di questo passato restano le “caulare(l’industria è andata avanti fino all’inizio del XVIII secolo), rudimentali caldaie costruite nel bosco per la calcinazione e la bollitura dell’alunite. Testimonianze di archeologia industriale che arricchiscono di un nuovo capitolo lo straordinario racconto dell’isola d’Ischia.

Scrive Giuseppe D’Ascia (1822 – 1889), autore della monografia “Storia dell’isola d’Ischia”:
Nel 1459 un tal Bartolomeo Pernice, o Perdice Genovese, costeggiando quest’isola, si avvide esser vicino al lido del mare alcuni scogli tutti di natura alluminosi. Da accorto speculatore, quali si sono i Genovesi, volle approfittarne, e siccome egli ne avea idea esatta della maniera come si estraeva questo minerale dalle fabbriche viste in Rocca città della Siria – oggi detta Odessa – donde deriva il nome di allume di rocca – così ne introdusse la fabbricazione in quest’isola, onde ottenerne il solfato. […] Ritornando a Pernice, questi innalzò la sua fabbrica nel luogo denominato la piazza della Pera in Casamicciola, ch’è posta verso N. dal lato di Catreca, al di sotto della punta un dì nominata della guardia su i giochi dell’Epomeo, luogo in cui anche oggi si osservano i rottami degli avanzi di quella fabbrica.[…]  Da Catreca questo terreno o pietra alluminosa si trasportava nel laboratorio della Pera, ed ivi purificata la materia, e compostone il minerale si trasportava alla marina di Casamicciola, per lo che prese il nome di marina dell’allumiera, in seguito corrottone il nome, nella marina delle lumiere. Asportossi tal prodotto in lontani paesi, ed un fonte di commercio e di lavoro si aprì agli abitanti dell’isola. Nel 1585 tale speculazione si andava estinguendo, e pure allora se ne spedivano annualmente circa 1500 cantaia di allume preparata. Fin dai primi anni del secolo XVIII si esaurì la parte alluminosa, in modo che oggi in pochissima quantità se ne conserva in quei terreni, che frammisti al corpo morto degli antichi scavi chiamasi terra d’Ischia eccellente alla fabbrica, per la forte composizione del cemento.”

Detto della storia, sono la natura e il paesaggio gli altri “ingredienti” di quest’escursione che si sviluppa lungo la fascia pedemontana dei comuni di Lacco Ameno e Casamicciola. Poco più di 8 chilometri tra castagni, lecci e un fitto sottobosco che è l’ambiente ideale di crescita per i pregiati funghi porcini. A fare compagnia lungo il tragitto gli scorci panoramici della costa nord dell’isola d’Ischia: le baie di Montevico e San Montano, il porto di Casamiccola fino ai centri abitati della Sentinella e Perrone, ben visibili dal piazzale di Via Santa Barbara, alla fine della Strada Provinciale 505 Maio-Celario dove termina pure la passeggiata.

Tabella riepilogativa sentiero CAI 502 Crateca-Monte Cito-Piazza Maio

Dislivello in salita 500 m
Dislivello in discesa 500 m
Durata 3 ore
Difficoltà E (escursionistica)
Sviluppo del percorso 8,4 km
Acqua non sono presenti fontane o sorgenti lungo il percorso
Attrezzatura necessaria scarponi da trekking e indumenti a strati tecnici
Attrezzatura aggiuntiva consigliata bastoncini da trekking

Fonte: CAI Napoli

Author: ischia.land

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