Dal punto di vista naturalistico Ischia vanta diversi primati. Dal papiro delle Fumarole, alle bollicine del Castello aragonese, fino ai saporitissimi fagioli zampognari, la più grande delle isole partenopee si conferma un osservatorio ambientale di straordinario interesse scientifico.
Alle rarità fin qui elencate bisogna aggiungerne un’altra: il rospo smeraldino. Intendiamoci, quest’anfibio è presente anche altrove in Italia e Campania, ma nel Golfo di Napoli se ne son perse le tracce con l’unica eccezione, appunto, dell’isola d’Ischia.
Purtroppo, però, anche a Ischia la presenza di questa specie è sempre più a rischio a causa della pressione antropica che, negli ultimi quarant’anni ha modificato i principali luoghi di riproduzione dell’animale. Un tempo i bacini termali di Cavascura, l’Olmitello e La Rita, come pure il borgo di Testaccio e i terreni prospicienti le spiagge di Cava dell’Isola e Citara, costituivano l’habitat preferito del rospo smeraldino.
Diverse le testimonianze riguardo l’antica diffusione sull’isola, mentre oggi la sua presenza pare essere circoscritta alla Pineta Mirtina di Ischia e ai su citati alvei di Cavascura e Olmitello, alle spalle della spiaggia dei Maronti. Un peccato davvero, ma pure un punto da cui partire per mettere in campo le giuste iniziative per scongiurarne la definitiva scomparsa.
Intanto il “miracolo” del rospo smeraldino continua, e la sua riproduzione è uno dei segnali dell’avvento della primavera a Ischia. Una stagione bellissima, per molti aspetti la migliore, almeno per chi è interessato a conoscere davvero le tante meraviglie dell’isola.
Mettersi sulle tracce di quest’anfibio, può essere una “scusa” piacevolissima per concedersi un weekend primaverile sull’isola. Noi l’abbiamo detto. Ora tocca a te.
Ischia Ti aspetta!
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