Per raccontare Buonopane conviene partire dalle parole con cui lo storico locale Giuseppe D’Ascia descrisse la vita frugale dei suoi abitanti, radunati sull’atrio della parrocchia di San Giovanni Battista:
“Avanti la chiesa vi è un atrio spazioso, e molto arieggiato – scrive D’Ascia nel 1864– ove i naturali si radunano nei dì festivi, e mentre i maturi padri si trattengono a discorrere delle fasi della luna, e fanno i loro prognostici sulle future raccolte, e sui correnti prezzi de’ vini e delle mele; i giovani discorrono di caccia, le forosette di amori, e le attempate madri del prezzo della canape, del lino, e delle tele, e dell’occupazione dei loro telai, della poca puntualità delle loro committenti, mezzane, o compratrici“.
Oppure da quelle che, mezzo secolo dopo, Norman Douglas dedicò alle donne del villaggio:
“Le fanciulle dei villaggi situati a nord di Ischia – scrive lo scrittore inglese nel 1931 – con l’eccezione di due o tre di Lacco, sono piuttosto scialbe, invece nei pressi di Nitrodi potete vederne di rara bellezza – creature simili a ninfe, adornate di fiori, dalla voce soave e dotate di sfavillanti occhi da Menadi. Il loro incantevole aspetto è attribuito all’abitudine di fare il bucato nelle tiepide acque minerali della sorgente.“
Naturalmente il tempo passa e Buonopane, oggi, non è più il borgo contadino descritto da D’Ascia, nè tantomeno le donne si servono ancora della sorgente per fare il bucato. “Moropano”, come si dice in dialetto, resta però una comunità coesa e gelosa delle sue tradizioni. A partire dalla ‘ndrezzata, sicuramente la più famosa di tutte.
Si tratta di una danza antichissima – secondo alcuni risalente all’epoca greca – che simula i movimenti della scherma. I danzatori, armati di piccoli bastoni, si colpiscono scambiando continuamente posizione (da cui il nome del ballo). Il tutto, a un ritmo sempre più serrato scandito dal caporale, a cui spetta, tra gli altri, il fondamentale compito di introdurre i danzatori sulla scena. Sono due le date ufficiali della ‘ndrezzata: la prima è il Lunedì Albis, giorno di Pasquetta; la seconda è il 24 giugno, festa di San Giovanni Battista, patrono della frazione.
Tuttavia, non occorre certo aspettare queste due date per visitare Buonopane. C’è, come ricordato in apertura, la fonte di Nitrodi, trasformata dal comune di Barano in uno stabilimento termale con docce, fontane e terrazze solarium. Senza dimenticare, la bellissima escursione che da Candiano, piccolo villaggio alle spalle della chiesa di San Giovanni, termina a Fiaiano, altra frazione del comune, celebre pure questa per una fonte d’acqua potabile, Buceto. L’escursione, contrassegnata da una lucertola gialla, è inserita nel programma di “Andar per sentieri“, imperdibile evento del maggio ischitano ma, per buona parte, si tratta dello stesso percorso della “Festa della Ginestra”, tradizionale scampagnata della prima domenica di giugno.
Insomma, natura, storia e folclore. Buonopane, la frazione più importante del comune di Barano, è tutto questo e anche di più. Provare per credere!
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