A Ischia le spiagge sono diversissime per ambiente e utenza: di sabbia fine, sabbia doppia, sassi, scogli, per famiglie, giovani, popolari, borghesi, accessibili e fuori mano. Poi ci sono quelle raggiungibili da mare come la Sgarrupata a Barano e la spiaggia delle Monache (o Varulo) a Lacco Ameno.
A differenza della Sgarrupata, però, la Spiaggia delle Monache si trova in centro, poco distante dall’Albergo della Regina Isabella, uno degli hotel 5 Stelle dell’isola d’Ischia. Si tratta di una piccola lingua di sabbia eletta a dimora da una nutrita colonia di gabbiani che nelle acque davanti l’insenatura trovano il sostentamento necessario alla sopravvivenza del gruppo.
Forse anche più del necessario, considerata la presenza di una folta prateria di Posidonia Oceanica seconda, per estensione, soltanto a quella attorno il Castello aragonese di Ischia Ponte.
Come è noto, questa pianta rappresenta una risorsa fondamentale per l’ecosistema marino. Innanzitutto, perchè, come ben sanno i gabbiani, ospita tantissime specie di pesci; e poi perché rappresenta un argine al fenomeno dell’erosione costiera.
Per questi motivi è possibile ormeggiare solo a una certa distanza ed esclusivamente ad appositi gavitelli. Indipendentemente da questa e altre restrizioni previste dai regolamenti dell’AMP Regno di Nettuno è importante che i diportisti facciano la loro parte per preservare quest’angolo di paradiso dell’isola d’Ischia.
Nient’altro che una piccola spiaggia, eppure in grado di emozionare per le acque cristalline e il paesaggio tutt’attorno. Quello terrestre, con la vegetazione della collina di Montevico; e quello sottomarino caratterizzato, oltre che dalla Posidonia, dalla presenza dell’“Aplysia punctata”, un mollusco comunemente chiamato monaca di mare (da cui il nome della spiaggia).
Insomma, la Spiaggia delle Monache è un altro capitolo della grande natura dell’isola d’Ischia. Un racconto che non finisce mai, a dispetto di un territorio di appena 46 chilometri quadrati. Se non ci credete, farete bene a raggiungere l’insenatura con una barca o, in alternativa, con le motonavi che abitualmente effettuano il giro dell’isola.
Vi aspettiamo!
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