Ischia è composta da sei comuni e molti centri abitati: borghi, contrade, frazioni in cui alberga il vero spirito dell’isola; il suo “genius loci”. Tra questi il Ciglio, piccolo villaggio di strada per il belvedere di Serrara. La Chiesa di San Ciro, interamente realizzata con la pietra di tufo verde del Monte Epomeo, segnala l’esistenza del borgo, altrimenti destinato a passare quasi inosservato alla stessa maniera di Succhivo, poco prima di Sant’Angelo.
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Val la pena visitare la chiesa, ma ancor di più merita la strada di fianco al portale d’ingresso. Si chiama Via Pedicuozzo, nient’altro che un viottolo di campagna in salita, eppure in grado di “raccontare” come pochi altri luoghi il passato rurale dell’isola, specie del suo versante sud-occidentale. Ci sono il panorama, gli orti, le parracine, le cantine e i colori pastello delle abitazioni (vd. immagine di copertina). Se non sapessimo già che si tratta di Ischia, ci si potrebbe benissimo confondere con qualche isola greca del Peloponneso.
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Quanto al nome, con tutta probabilità deriva dal latino “Lilium” (giglio, in italiano) anche se, ad andar dietro la leggenda di Tifeo, il topos rimanderebbe alle ciglia del gigante costretto da Zeus a giacere sotto l’isola. Oltre alla chiesa e al piccolo borgo Pedicuozzo, le case di pietra lungo la strada che sale a Serrara Fontana costituiscono un’altra significativa testimonianza della vocazione contadina del territorio. La prima, poco più su della frazione di Panza, reca ancora ben visibile la scritta “1706”, mentre le altre si trovano subito dopo la Chiesa di San Ciro. Una, bellissima (vd. immagine della testata), è da anni un accorsato ristorante; l’altra, proprio di fronte, è ancora abitata (come pure la prima di cui abbiamo parlato).
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Insomma, vale per il Ciglio quanto in precedenza detto per Panza, Testaccio, Buonopane, Fontana e gli altri altri centri abitati dell’isola: è in questi posti che scoverete la vera anima di Ischia, un'”isola di terra” che, grazie alla fertilità del suolo vulcanico, è riuscita in parte a sfuggire alle insidie del mare. Una curiosità: al Ciglio si produce un ottimo passito, dai suoi abitanti emblematicamente chiamato “Sorriso”.
Magia dell’isola d’Ischia!
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