Le chiese, come è noto, sono una tappa fondamentale per chi vuole approfondire la storia del territorio che sta visitando. In Italia, poi, culla del cattolicesimo, non se ne può proprio fare a meno. Per accorgersene, basta venire a Ischia che, a dispetto della limitata estensione territoriale, conta un numero elevatissimo di chiese.
Tra quelle fin qui descritte, mancava all’appello la parrocchia di Fontana, una delle più antiche dell’isola e con una storia davvero singolare. La chiesa, infatti, originariamente si trovava nel piccolo villaggio di Noia ed era intitolata a Sant’Andrea, da cui l’altro nome con cui sono conosciuti i famosisimi Pizzi Bianchi (Pizzi di Sant’Andrea).
Nel 1364 l’allora vescovo di Ischia, l’agostiniano Bartolomeo Bussolario da Pavia, fece costruire a fianco la chiesa un “hospicium” con funzione residenziale e difensiva. Lo scopo era quello di avere un ricovero nella parte alta dell’isola per consentire alla curia ischitana di sfuggire alle frequenti incursioni saracene.
Vien da chiedersi se nell’abitazione non trovò riparo anche il fratello del vescovo, quello Iacopo Bussolario protagonista, nel 1356, di una rivolta popolare che portò alla momentanea cacciata da Pavia delle storiche famiglie Visconti e Beccaria. Iacopo Bussolario morì infatti a Ischia nel 1380, dopo esservi approdato al termine di una lunga prigionia proprio a causa della rivolta.
Nei secoli successivi la piccola chiesa di Sant’Andrea cadde progressivamente in rovina e così, alla fine del ‘500, venne deciso di edificarne un’altra proprio dove si trova l’attuale parrocchia. Fu inizialmente intitolata alla Madonna dell’Assunta per poi assumere, alla fine del ‘700, il titolo di Santa Maria della Mercede.
Nella scelta del titolo mariano c’è un altro aspetto importante della storia locale. La Madonna della Mercede, infatti, è la protettrice dei cristiani ridotti in schiavitù dai Mori e perciò vien facile cogliere il nesso storico con le invasioni saracene che sull’isola si protrassero con una certa frequenza fino alla metà del ‘500.
Gli ischitani che non riuscivano a fuggire nelle campagne o a rifugiarsi nelle torri difensive sparse qua e là sul territorio, venivano a nascondersi nella parte alta di Ischia, quella Merecoppe che ancora oggi custodisce gelosamente la sua diversità rispetto al resto dell’isola.
Perciò se decidete di salire a Merecoppe, quasi inevitabilmente finirete coll’entrare nella chiesa. A colpirvi, infatti, sarà la singolare forma della facciata che asseconda quella della strettoia in cui sorge, poco distante dalla piazza principale della frazione, dove un tempo sostavano i “ciucciai” che accompagnavano i turisti sulla vetta dell’Epomeo.
La ricorrenza di Santa Maria della Mercede detta “La Sacra” è il 24 settembre. Orari delle messe: feriale 19.30; festivo 11.30 – 19.30. Gli orari possono essere soggetti a variazioni.
Ischia Vi aspetta!
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