Secondo quanto afferma Giuseppe D’Ascia (1822 – 1889), la chiesa di Testaccio, insieme a quella di Fontana, è una delle prime parrocchie sull’isola. Scrive lo storico locale nella poderosa monografia “Storia dell’isola d’Ischia” del 1867:
“L’eruzione del 1301 spopolò quei luoghi, perché giusto a troppa vicinanza aprì la sua bocca, o cratere il vulcano nella tremenda catastrofe accennata altrove (il riferimento è alla ‘Colata dell’Arso’, l’ultima eruzione che ha interessato l’isola d’Ischia – ndr –). Calmati i tempi – prima in Fontana, poi in Testaccio – che formava parte del territorio di Varrano o Barano – vennero stabilite ed istallate le prime parrocchie dell’isola, oltre i ripari della Città (il Castello Aragonese – ndr -) che quattro parrocchie contenea nel suo stretto recinto.”
Pur mancando fonti documentali più precise, l’affermazione sembra corretta sul piano storico. Certo, nel novero non figura la chiesa madre di San Vito a Forio (risultata poi essere la parrocchia più antica di tutte), ma è un fatto che il casale di Barano, di cui Testaccio faceva – e fa tuttora parte -, nel XIV secolo era uno dei più abitati dell’isola d’Ischia.
A parte, infatti, la popolazione che viveva nelle mura del Castello aragonese, gli altri insediamenti stabili erano Forio, Barano, Buonopane e Fontana. Nulla di strano, dunque, che qui, prima che nel resto dell’isola, siano sorte le prime chiese. Va detto che la chiesa di San Giorgio Martire a Testaccio fu eretta al rango di sede parrocchiale soltanto nel 1599, oltre due secoli dopo l’originaria, parziale, edificazione.
Il grosso dei lavori, in maniera non dissimile dalle altre chiese dell’isola, è infatti avvenuto a partire dalla seconda metà del ‘700. Nel 1773 fu ampliata la navata di destra che divenne da quel momento in poi sede dell’Arciconfraternita Santa Maria di Costantinopoli. Solo nel 1928, l’arciconfraternita si è spostata nella piccola chiesa Madonna delle Grazie, che si trova all’inizio della famosa via Giorgio Corafà, l’antica strada di collegamento tra la frazione di Testaccio e la marina dei Maronti.
Quanto alla navata sinistra, è stata aggiunta nel 1854, mentre il maiolicato sopra il portale, il sagrato e l’atrio che precede l’ingresso sono stati realizzati all’inizio del ‘900 grazie alle donazioni dei testaccesi emigrati nei primissimi anni del XX secolo. Una costante, l’emigrazione, per molti casali del versante meridionale dell’isola d’Ischia. Dopo la prima ondata, infatti, Testaccio tornò a spopolarsi subito dopo la seconda guerra mondiale.
Non stupisce perciò che sia San Giorgio, un militare abituato alle battaglie e al supplizio del martirio, il patrono della comunità testaccese di Barano d’Ischia. Il Santo, molto venerato in Italia, è raffigurato sul portale d’ingresso della chiesa nell’atto di trafiggere il drago (vd. immagine di copertina), simbolo del male. Una rappresentazione in comune con San Michele, patrono della vicina Sant’Angelo, a conferma della profonda fede che permea i borghi marinari dell’isola d’Ischia.
Orari Messe:
>> Invernale: fest 11.00 – 18.00
>> Estivo: domenica 10.00 (all’aperto piazzale Maronti)- 19.30
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